Il face lifting cervico-facciale, fino a poco tempo fa metodica esclusivamente chirurgica, ha la finalità di correggere la lassità cutanea e muscolo-fasciale che si manifesta nel viso e nel collo della donna e dell’uomo con l’invecchiamento. Cioè i tessuti del volto superficiali e profondi si rilassano e si posizionano ad un livello più declive rispetto alla loro originaria localizzazione.
La pelle umana è composta da strato esterno, epidermide, derma centrale, ubicato sotto il tessuto sottocutaneo. Il derma è costituito da collagene, elastina, componenti cellulari, acqua, sangue, vasi sanguigni e nervi. La maggior parte del peso a secco è rappresentato dal collagene.
Nel derma invecchiato, le fibre di collagene diventano più spesse e i pacchetti di collagene più disorganizzati rispetto a quanto accade nella pelle più giovane. I collegamenti trasversali di collagene si stabilizzano, riducendo l’elasticità della pelle invecchiata.
Entrando più nello specifico, secondo determinati principi scientifici alla base del face-lifting moderno, la correzione sia chirurgica (trazione meccanica) che non chirurgica (Ultrasuoni Focalizzati ad Alta Intensità) avviene non più come nel lifting tradizionale prevalentemente a carico della cute, ma viceversa esercitando la maggiore trazione non più sulla cute stessa ma a carico di strutture più profonde, rappresentate nella faccia da una caratteristica struttura fasciale che ne riveste i muscoli, scientificamente denominata Sistema muscolo aponeurotico superficiale o SMAS, e nel collo rappresentate dal muscolo platisma.
Il sistema muscolo-aponeurotico superficiale (SMAS) è una rete fibrosa continua organizzata che collega i muscoli del viso al derma. È costituito da un insieme tridimensionale di fibre collage, fibre di elastina e cellule di grasso. Si tratta dell’obiettivo e del principale target delle procedure di lifting.
Il raggio focalizzato di energia ad ultrasuoni passa in maniera innocua attraverso la pelle, consentendo al punto focale di raggiungere lo SMAS, le cui proteine raggiungeranno temperature elevate (fino a 80°C) ed verranno coagulate entro alcuni millisecondi. Questi punti di coagulazione termica (TCP) sono le uniche aree di lesioni, dato che la superficie epidermica rimane inalterata.
I TCP vengono riconosciuti dal corpo come se si trattasse di una ferita. Le cellule colpite iniziano a produrre mediatori chimici come le citochine e le proteine da shock termico che stimolano i fibroblasti. Il ruolo principale dei macrofagi attivati è quello di abbattere ed eliminare le cellule danneggiate. Allo stesso tempo, i fibroblasti stimolati producono nuove fibre di collagene ed elastina. La fase successiva, ossia la fase di maturazione e di rimodellamento, comporta la completa sostituzione delle aree soggette a lesione termica con nuovo collagene.
La durata di questa fase dipende dall’età e dalla razza del paziente.
Di conseguenza, si osserva il restringimento e il sollevamento dei tessuti.
L’effetto appare dopo circa 30-45 giorni dal trattamento e dura almeno 3 mesi. In alcuni casi, il risultato è visibile immediatamente dopo il trattamento.
Il numero consigliato di sessioni varia da 1 a 3, con ulteriori valutazioni.
Infine quindi, sembra evidente per quanto detto che il trattamento più razionale e sicuro nel ringiovanimento della faccia e del collo consista proprio nel ricomporre e nel riposizionare nella originaria localizzazione caratteristiche strutture anatomiche cervico-facciali che hanno subito dei mutamenti e lo slittamento verso il basso indotti dall’invecchiamento.
Oggi per raggiungere un effetto così duraturo e quindi per la stimolazione dello SMAS è possibile ricorrere anche a diverse tecnologie non invasive, prima fra tutte l’Ultrasuono Focalizzato ad Alta Intensità (HIFU). In questo modo sarà possibile evitare tutte le controindicazioni delle diverse procedure invasive o ricorrere a soluzioni in realtà superate come i fili di trazione.
I fili di trazione che hanno riscosso un discreto successo già più di 10 anni fa in Brasile, sono indicati nella rilassatezza del viso lieve ed il cui utilizzo incontra nella comunità scientifica pareri contrastanti, i cui svantaggi più comuni sono costituiti dalla indicazione limitata al rilassamento cutaneo di discreta lassità, di breve durata, dalla difficoltà nell’estrazione qualora necessario o richiesto espressamente dal paziente, dagli effetti spesso artificiali dovuti all’intrinseco limite di questa metodica di non permettere una trazione omogenea della cute.
HIFU è l’acronimo di High Intensity Focused Ultrasound (ultrasuono ad alta intensità focalizzato) ed è una alternativa non invasiva atta al sollevamento, che consente di conseguire risultati eccellenti e duraturi.
Ad ogni modo, l’ultrasuono focalizzato è simile a quello utilizzato nella diagnostica per immagini; tuttavia, è altamente convergente e utilizza diverse frequenze di energia acustica. Trasduttori speciali dirigono l’energia ad ultrasuoni verso un piccolo punto focale dove le temperature elevate sono in grado determinare la coagulazione dei tessuti.
In caso di trattamento con HIFU, non sono stati riportati effetti collaterali permanenti. Gli effetti collaterali transitori o potenziali sono:
- Disagio da lieve a moderato su una scala del dolore standardizzata
- Eritema superficiale cutaneo transitorio
- Edema superficiale cutaneo transitorio
- Ecchimosi lieve sulla zona trattata
- Comparsa di noduli (riassorbibili) nella zona trattata
Quando il trattamento viene eseguito in una zona vietata, può influenzare i nervi e provocare debolezza muscolare o intorpidimento transitori.